Era metà del 2014 quando Google fece debuttare sul mercato il suo primo modello di Smart Glasses e prometteva di cambiare il mondo. Meglio non contare gli anni o ci accorgiamo di quanto il 2014 sia diventato lontano. Possiamo dire chiaramente che no, Google non ha cambiato il mondo con questi occhiali smart, non come è riuscito a fare con altri prodotti. L’azienda con il motore di ricerca più cliccato al mondo con il senno di poi, ha fatto il passo più lungo della gamba.
Non perché non ha presentato un prodotto all’altezza delle aspettative, piuttosto perché la società a cui l’ha presentato non era pronta ad accogliere un prodotto così innovativo. A fine 2013 erano appena stati presentati gli IPhone 5s: la realtà aumentata sembra tutto fuorché possibile. O meglio, c’erano già dei prototipi di realtà virtuale, ma erano anni luce distanti rispetto a quelli che poi si sono sviluppati negli ultimi anni. Ora su IPad e IPhone sono montati dei sensori LIDAR per scannerizzare tutto ciò che è intorno a noi. Una cosa del genere non era possibile fino a pochi anni fa. Il motivo è molto semplice, non basta la forza computazionale dei precedenti modelli di computer e dispositivi mobili per fare una cosa del genere.
Le funzionalità degli smart glasses
Procediamo con ordine, questi occhiali Smart permettono di fare sostanzialmente una cosa: utilizzare la realtà aumentata per portare a termini mansioni in modo più preciso e sicuro. In un attimo entreremo nel dettaglio. L’idea della tecnologia è molto semplice: indossando gli occhiali si visualizza uno schermo display: immagini, dati, file audio e addirittura video che è addirittura possibile registrare con gli occhiali.
Recentemente perfino Ray Ban e Facebook hanno avviato tra loro una collaborazione di cui si è chiacchierato parecchio nell’ultimo periodo.
Rayban in sostanza ha dotato i suoi occhiali di fotocamera, con la quale è possibile registrare video fino a 30 secondi in formato perfetto per le stories di Instagram e Facebook e per dare in modo veloce e senza filtri il nostro point of view alla community. Le pecche? Bassa qualità video e tempi troppo limitati.
Il problema è anche un altro e dal punto di vista legale è molto più grave. Le persone che vengono riprese devono avere la consapevolezza di essere riprese ed autorizzare che i contenuti riguardanti essi vengano pubblicati. Non è possibile per la tecnologia scavallare le sacre mura della privacy e della legalità. Rispetto a questo sub-topic, molte aziende legali stanno attualmente lavorando su questi aspetti della cybersecurity e anche il mondo dell’istruzione superiore ed universitaria si sta evolvendo in questi termini, offrendo corsi di laurea sempre più innovativi e al passo coi tempi.
Ma torniamo a noi e agli smart glasses. Sembra che nei prossimi anni i giganti della tecnologia come Samsung, Huawei, XIAOMI e Apple lanceranno i loro primi visori VR. No, non è la stessa cosa degli smart glasses, ma il concetto è abbastanza simile: utilizzare dei visori per ampliare la nostra visione della realtà, sia essa anche virtuale.
Con realtà aumentata intendiamo tutto ciò che ci permette di fare esperienza della nostra realtà con qualche tool per facilitare i nostri compiti, mentre con quella virtuale intendiamo un mondo a parte che si apre quando indossiamo specifici visori o utilizziamo specifici programmi. Per dare un’idea, l’esempio migliore di realtà virtuale sono i videogiochi. Tramite i visori possiamo immergerci in un mondo completamente nuovo e secondo alcuni esperti proprio questi ultimi verranno rilanciati nei prossimi anni con l’arrivo di un sistema ben strutturato nel Metaverso.
Il futuro degli smart glasses
Ora, se questi visori e smart glasses promettono effettivamente di fare tutte queste cose, e si parla di acquisti in prima persona (o quasi) di NFT, provare vestiti nel metaverso e aumentare la sicurezza sul lavoro, come mai non hanno ancora cambiato radicalmente tutto il settore di mercato tecnologico in cui essi si inseriscono?
Perché ancora oggi, la necessità non è ancora sentita. Gli utenti devono accettare e digerire un nuovo completamente nuovo di accedere a funzionalità e informazioni: devono ancora abituarsi ed accettare questo nuovo modo di sfruttare un dispositivo smart. Si pensi solo al fatto che bisogna comandare tutto con indice e movimenti dell’occhio piuttosto che con una bella impugnatura e
potenzialmente le altre cinque dita dell’mano. È un rivoluzione che avviene sul palmo della mano e che potrebbe cambiare il nostro di vivere e condividere le nostre vite ancora più impattante di quando vennero sostituiti i tasti fisici in favore del touch screen.
In conclusione
La tecnologia si sta evolvendo velocemente, esattamente come aveva previsto Thomas Moore e va bene, ma se l’interesse è quello di vendere più prodotti uno dei segreti deve essere quello di rendere questi accessori sempre più accessibili e facili da usare, implementando costantemente ogni loro funzionalità.